Televisione

MICHELE GUARDI’, L’UOMO NORMALE…

Negli anni della mia adolescenza, quando i pranzi, pantagruelici e sfinenti, si facevano soprattutto a casa dei nonni, l’appuntamento con i “Fatti Vostri” era irrinunciabile. Se volevo assaporare le vere e artigianali leccornie del vero capo della mia famiglia, che al Sud – diciamolo chiaramente! – è la donna, dovevo sottostare ad una legge ferrea e indiscutibile: guardare il programma creato da Michele Guardì.

Ricordo, come fosse ora, la sua voce fuori campo. Un’invenzione bell’e buona. Privo di conoscenze televisive, cercavo di capire da dove provenisse quella voce così decisa, forte, stentorea, misteriosa. Mio nonno mi diceva, sempre: è il “comitato” che parla; il “comitato” era rappresentato da Guardì, l’uomo RAI per antonomasia.

Quando mi capitava di sgattaiolare da casa e rifugiarmi la notte nelle stanze dei nonni materni – negli anni Ottanta c’era l’usanza, volente o nolente, di abitare tutti nello stesso palazzo, pena l’esclusione sociale e culinaria sine die – il risveglio mattutino, per me, era scioccante. Con il volume della televisione alto come neanche a Woodstock, la sigla di “Uno Mattina” ti scuoteva dal sonno.

L’orologio affisso al muro segnava le 6 del mattino, ma, nonostante gli urli e le implorazioni e gli improperi e i cuscini …

GIORDANO BRUNO GUERRI, L’ETRUSCO IRREGOLARE

La prima volta che mi sono imbattuto in Giordano Bruno Guerri è stato quando, anni or sono, ebbi tra mani la biografia che scrisse su Bottai. Un libro che, seguendo le orme del sommo De Felice, ribaltava, e di tanto, quella che era l’opinio corrente sui mammasantissima del regime, ovverosia canaglie e banditi. A Palazzo Venezia, il regime aveva anche uomini di talento e valore indiscutibili.

Pagine che rompevano argini; pagine che inducevano a riflettere e a ridimensionare, per certi versi, la storiografia e vulgata antifasciste.
Anni dopo, complice l’amicizia e gli incontri con Giampiero Mughini, la figura di Giordano Bruno Guerri ricorreva spesso nelle nostre chiacchierate e cene. Il nome, così altisonante, e la sua storia, irregolare e ricca di aneddoti, avevano solleticato la mia curiosità. 

Nella variegata galleria di perfideinterviste, uno come Guerri mi mancava. Mi decido, così, a telefonargli per sondare la sua disponibilità e proporgli un faccia a faccia senza filtri e troppi giri di parole.
Dopo qualche settimana, lo raggiungo in un albergo dalle parti di Prati, a poche decine di metri dalla sede di mamma RAI.
Ci appartiamo in una saletta, lontano dal via vai di turisti e trolley francamente insopportabili.
Nelle …

MARCO GIUSTI

Giusti, lo Stracult del piccolo schermo

Da tempo, baluginava nella mia testa l’idea di intervistare Marco Giusti. Nel mare delle banalità profuse a iosa e del conformismo nauseante spacciato per critica, “Il cinema dei Giusti” – così si chiama la sua rubrica quotidiana che il Nostro tiene, da anni, sulle pagine di Dagospia – è una galleria di personaggi, scene, orrori, bellezze. 

Ideatore, insieme a Ghezzi, di Blob, negli ultimi quarant’anni Giusti ha attraversato l’oceano tempestoso della tivù italiana con grande abilità e capacità. Ma  è stato il cinema il suo vero amore!

A differenza di tanti sapientoni boriosi, che affollano il mare magnum della carta stampata, la penna di Giusti scivola leggera sulla carta; chi vuol capire qualcosa, lasci perdere i quotidiani e i suoi recensori che, a lingue spiegate, ci dicono cosa dobbiamo vedere, e cosa no; cosa è bello o brutto, o, come sovente capita, cosa è giusto o sbagliato; oppure, sorbirci panegirici infiniti sul grande (?) attore o sul regista così ben voluto da tutti…

Ogni giorno, da decenni, non fa altro che vedere e scrivere, fino allo sfinimento, film alti e film bassi, giudicare premi Oscar e attori mediocri (tanti), con uno sguardo critico, a volte …

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INTESTATO A: MELCHIONDA FRANCESCO

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