Interviste

vittorio sgarbi intervistato da francesco melchionda

VITTORIO SGARBI, L’ULTIMO DEI MOHICANI

Nella mia perfida e irregolare galleria, messa su con pazienza certosina, il nome di Vittorio Sgarbi non poteva di certo mancare. Tutti abbiamo in mente – chi può dimenticarlo, d’altronde? – le apparizioni nel salotto dei Maurizio Costanzo, la trasmissione “Sgarbi quotidiani” o, più recenti e coeve, le sue innumerevoli apparizioni televisive.

Ma, leggendo i suoi libri, e facendo la tara al vespaio di polemiche che Sgarbi attira su di sé, sempre, ogni volta che esterna un pensiero, mi son detto: al bando le parole che dicono sul suo conto! Chissenefrega di quello che pensa la gente! Chissenefrega se qualcuno storce il naso e obietta!

Per dirla con Barbara Alberti, ad averne, nel piatto e noioso e ammuffito circoletto culturale italiano, di personaggi come Sgarbi! Ravviva, irrompe, strepita, non misura le parole, anzi… E quando si esibisce, non va mai per sottrazione.

Ho provato, quindi, a raccontarlo per quello che è, partendo da dove tutto ha inizio: la famiglia. Perché, sì, se si vuol capire il vero Sgarbi, bisogna sfruculiarlo, solleticarlo, proprio dalle sue origini.

Il mio primo approccio con il Vittorio nazionale risale alla scorsa primavera.

Al mio invito risponde subito di sì. Mi scrive: raggiungimi a Ferrara. Il mio …

marco travaglio intervistato da francesco melchionda

MARCO TRAVAGLIO, L’INSOPPORTABILE

La prima volta che il nome di Marco Travaglio è apparso ai miei occhi risale al lontanissimo marzo 2001. L’Italia era nel pieno della campagna elettorale. Da una parte Rutelli, dall’altra, ovviamente, Silvio Berlusconi. Una tenzone noiosa, sbiadita, per nulla eccitante, e, naturalmente, con un grande favorito. Di lì a poco, infatti, gli italiani, senza fare troppo gli schizzinosi, avrebbero consegnato le chiavi dello Stivale a Sua Emittenza, per dirla con Giampaolo Pansa.

Pungolato da Daniele Luttazzi, nel suo Satyricon, il neanche quarantenne Travaglio presentava, al grande pubblico, il suo “L’odore dei soldi”. Apriti cielo! Un caso editoriale, sebbene non fosse proprio un libro. Centinaia di migliaia di persone che si affrettarono a prenotare un documento finora clandestino, o quasi. Putiferio, da destra… I lacchè della corte subito pronti ad inveire: come avete osato? A sinistra, invece, si gongolò.

Illusoriamente, infatti, i sinistrorsi speravano che un libro potesse equilibrare il match tra i due Poli… Macché: il tonfo per la compagine rutelliana fu pesante, e le sberle prese da far impallidire.

Ho cercato, da quel lontanissimo inizio di secolo, di seguire, attraverso i libri e le migliaia di articoli, un po’ le traiettorie, le idiosincrasie e simpatie di Travaglio. Nell’intervistarlo, volevo …

ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE, LA ROMPICOGLIONI DEI TRIBUNALI

Annamaria Bernardini de Pace non ha bisogno di grandi presentazioni: piaccia o meno, è l’Avvocato per antonomasia. Chi, negli anni, si è imbattuto nelle aule del Tribunale di Milano, non può non aver fatto i conti con lei e con i suoi artigli.

Dopo aver letto e visto, nel tempo, decine di suoi interventi, dei più vari, decido che, finalmente, è arrivato il momento di accoglierla tra le mie Confessioni. Ma di “Bernarda”, per dirla con la sua storica amica Vanoni (un’amicizia ormai quarantennale), non avevo nessun tipo di contatto diretto.

Una mattina scrivo a Melania Rizzoli, e le faccio: la storia di Abdp mi interessa raccontarla, mi aiuti? In men che non si dica, le ambasce di Melania sortiscono gli effetti sperati.

Impegni vari impediscono di vederci subito, ma i contatti, con telefonate e qualche messaggio, non si placano, anzi. Tralasciando le descrizioni fatte e lette sui giornali – che, sulla mia pelle, sono mero solletico – la raggiungo nella sua tana milanese perché mi interessava sapere altro di lei.

Cosa c’è dietro una donna che tutti, nel momento del bisogno, delle difficoltà coniugali e filiali, delle corna, delle ripicche e delle menzogne, interpellano. Perché, sì, quando il gioco …

malcom pagani e francesco melchionda

MALCOM PAGANI, IL CONFORMISTA FORTUNATO

Quando leggevo le sue interviste, mi capitava, spesso, di invidiarlo, perché Malcom Pagani aveva la possibilità di raggiungere Arbasino, D’Agostino, Paolo Poli, Verdone, Gigi Proietti et similia… L’appuntamento con i suoi “incontri” era, per me, inevitabile. Negli anni, bastava andare in edicola e acquistare Il Fatto Quotidiano, l’Espresso, il Messaggero o Vanity Fair – i giornali che gli hanno dato di che campare – per delibare le sue lunghe chiacchierate. Con passo felpato, senza entrare a gamba tesa, almeno così ricordo, riusciva a cogliere dettagli e raccogliere aneddoti sugosi e, a volte, mai raccontati prima… Una sera, mentre ero a cena con sua madre, Barbara Alberti, Pagani mi ritorna, d’un tratto, alla mente. In attesa che ci servano il dolce, chiedo a Barbara il suo numero. La curiosità di conoscerlo e la voglia di raccontare le sue traiettorie, spesso poco lineari (ma chi lo è, poi, lineare?), erano troppo forti. E così è stato. L’indomani lo chiamo, e la sua disponibilità è totale. Devo solo aspettare il suo rientro dal Salento, storico ritiro estivo della famiglia. Ci vediamo una sera, dalle parti dei Parioli. Chi si aspettava Malcom Pagani dirottato al Pigneto, all’Esquilino o al Testaccio, o ancora alla …

BARBARA COSTA, UNA PORNOGRAFA SCATENATA

Da tempo, compulsando le pagine di Dagospia, avevo voglia di raccontare Barbara Costa. Più volte, nelle mie chiacchierate con Giampiero Mughini, facevo il suo nome, per capire se, in effetti, vi era la possibilità di poterla raggiungere.

Perché, è inutile nasconderlo: i suoi articoli si delibano con avidità. Quando si entra nel vortice “dagospiniano”, inevitabile dibattersi nella prosa costiana.

Chi vuole conoscere e conoscersi, faccia bene a cliccare i suoi articoli, soprattutto quelli più liberi, sfrenati. Non si abbia paura di restare stupiti. Nei suoi scritti, ci siamo tutti noi, con i nostri segreti, anche quelli più estremi e inconfessabili. Ci spogliano di freni inibitori, abbattono tabù. E, soprattutto, ci interrogano…

Mi piacerebbe un mondo leggere le articolesse della Costa anche su qualche pagina di qualche gazzetta. Chissà – mi dico – come reagirebbero i lettori, o, soprattutto, i capintesta delle redazioni.

Ma – ahimè – nel paludato e ipocrita mondo della carta stampata, dove l’embrassons-nous conta più dell’originalità, il lecca-lecca più della libertà, la quiete borghese dei lettori più degli schiaffoni intellettuali, i grandi quotidiani fanno finta di non leggerla.

E così, sgomberato il campo da impegni e noie, e grazie alle ambasce del sempre generoso Mughini, arrivo al …

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INTESTATO A: MELCHIONDA FRANCESCO

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