Le nostre interviste
FILIPPO FACCI, IL SUICIDA DI TALENTO…
Dopo aver letto il mastodontico La Guerra dei Trent’anni – ponderoso saggio su Mani pulite – mi dissi che era giunto il momento di stanare Filippo Facci, e provare a raccontarlo a modo mio. Mi incuriosiva il suo modo di parlare, ma, soprattutto, quello che scriveva. Ma per vederlo e provare realmente a capire chi …
ALBERTO DANDOLO, IL GIORNALISTA A-MORALE
Sono sincero: il “Guarda come Dandolo..”, pubblicato su Dagospia, è diventato un mio rito quotidiano. E, siamo pure franchi e onesti: alzi la mano chi non le brama! Alzi la mano chi non le clicca! Impossibile schivarle: troppo forte la curiosità di scoprire, conoscere, capire, le monde e le demi-monde del grande circuito mass-mediatico dello …
MICHELE GUARDI’, L’UOMO NORMALE…
Negli anni della mia adolescenza, quando i pranzi, pantagruelici e sfinenti, si facevano soprattutto a casa dei nonni, l’appuntamento con i “Fatti Vostri” era irrinunciabile. Se volevo assaporare le vere e artigianali leccornie del vero capo della mia famiglia, che al Sud – diciamolo chiaramente! – è la donna, dovevo sottostare ad una legge ferrea …
GIORDANO BRUNO GUERRI, L’ETRUSCO IRREGOLARE
La prima volta che mi sono imbattuto in Giordano Bruno Guerri è stato quando, anni or sono, ebbi tra mani la biografia che scrisse su Bottai. Un libro che, seguendo le orme del sommo De Felice, ribaltava, e di tanto, quella che era l’opinio corrente sui mammasantissima del regime, ovverosia canaglie e banditi. A Palazzo Venezia, …
Giampiero Mughini
Mughini, il Rompicazzi Ho conosciuto Giampiero Mughini nel 2015. Ricordo che aveva rilasciato un’intervista a Sandra Monteleoni, spavalda, sull’universo femminile. Le sue risposte furono insolenti, originali, per nulla ovvie. Non mi feci sfuggire l’occasione: scrissi a Sandra per dirle che mi sarebbe piaciuto conoscere “Il Rompicazzi”. Volevo conoscerlo perché, da anni, nel leggere i suoi …
MARCO GIUSTI
Giusti, lo Stracult del piccolo schermo Da tempo, baluginava nella mia testa l’idea di intervistare Marco Giusti. Nel mare delle banalità profuse a iosa e del conformismo nauseante spacciato per critica, “Il cinema dei Giusti” – così si chiama la sua rubrica quotidiana che il Nostro tiene, da anni, sulle pagine di Dagospia – è …
Ivan Zazzaroni
Seguo Ivan Zazzaroni dagli anni in cui la sua folta chioma color argento comparse per la prima volta alla Domenica Sportiva. Era il 2003. Il Milan berlusconiano alzò al cielo l’ennesimo scudetto; dietro la scrivania, invece, nella città della Mole, Luciano Moggi, all’epoca deus ex machina della Real Casa torinese, veniva servito, temuto, omaggiato, da tutti, o quasi. Un’altra era, a pensarci. Un altro mondo. Solo tre anni dopo, infatti, una valanga chiamata Calciopoli (Farsopoli, per altri) avrebbe cambiato gerarchie, posizioni, potere, mappe, connotati.
Aldo Cazzullo
Aldo Cazzullo, langarolo doc nato negli anni Sessanta, è una delle quattro-cinque firme del giornalismo italiano. A differenza del suo maestro Giorgio Bocca, la sua penna non ha la ferocia, il fuoco, il sarcasmo o, ancora, la cattiveria del cuneese. Ma i suoi articoli, tanti, hanno il merito di farsi leggere. Qualcuno, quando i suoi libri finiscono nelle librerie e nella top ten dei più venduti, storce il naso; i detrattori, non pochi, lo definiscono commerciale. Il lettore, però, sommo e insindacabile giudice del successo o insuccesso altrui, checché se ne dica, lo apprezza.
Maurizio Serra
Qualche critico, se mai avesse la sventura di leggere questa intervista, potrebbe storcere il naso se scrivo che Maurizio Serra è uno dei pochi intellettuali italiani di caratura e respiro internazionali. Addentro alle cose e ai “giochi” del mondo come pochi, quest’italiano pigro e cosmopolita, guardingo e scaltro, cresciuto a pane e diplomazia, ha, da sempre però, una doppia vita, proprio come il suo amato Italo Svevo. Leggendo i suoi libri, a partire dall’Esteta Armato – quello più bello e riuscito, secondo il mio parere e, probabilmente, di molti – ho cercato di insinuarmi nel suo cervello…
Ginevra Bompiani
Lo dico subito, per sgomberare il campo da ogni dubbio: la confessione – sì, perché di questo si tratta – con Ginevra Bompiani non è stata una passeggiata, né tantomeno un incontro dinanzi a una tazza di tè con dei biscottini di pasta frolla; piuttosto un match tra pugili desiderosi di darsele di santa ragione, senza mai tirarsi indietro, anzi. Lontani anni luce, io e lei, ma, allo stesso tempo, curiosi di scoprire e criticare le diversità l’uno dell’altro…
Sonia Bergamasco
ra le tante attrici che affollano il cinema italiano, speranzose magari di trovare un posto nel vanitoso e caduco paradiso del grande schermo, ho sempre nutrito una curiosità nei confronti di Sonia Bergamasco, un’anti-diva. A differenza di tante altre incursioni nella vita altrui, la nostra Confessione non è avvenuta in salotto, anzi. In una fredda mattina (era ora!), questo faccia-a faccia fatto di puro istinto, privo di fronzoli e filtri, è avvenuto dalle parti di Piazza Cavour…
Pier Francesco Pingitore
Molti, negli anni, hanno acclamato Pier Francesco Pingitore come un maestro. Lo hanno venerato, amato, osannato, e hanno tanto riso, riso, riso. Risate, a volte, di puro divertimento, altre, invece, amare. E la pancia del popolo italiano, mai satolla, ha anche imparato con la sua satira, diciamolo pure, a conoscere le sottigliezze, le vergogne, le debolezze, i tic e i rituali della politica e della nostra società, spesso solo appannaggio degli intellettuali o presunti tali…
Elena Stancanelli
Dopo il successo, inaspettato, di Benzina, in quel lontanissimo 1998 – porco mondo, son già passati 23 anni! – il nome di Elena Stancanelli è diventato, nel piccolo e avvitato ombelico italico, una presenza costante: in libreria, sui giornali, ai Festival, al cinema. Insomma, difficile non imbattersi nella sua scrittura. Nella sua firma.
Giulio Anselmi
Giulio Anselmi è stato, a parer mio, l’ultimo, grande monarca del giornalismo italiano. Un sovrano duro, severo, altero, a tratti spietato, e poco incline all’embrassons-nous. La prima volta che ho incrociato il suo sguardo risale all’aprile 2008. Questo genovese indurito subito dalla vita, era sulla plancia di comando della Busiarda, come i piemontesi di un tempo chiamavano la Stampa, già da qualche anno…
Filippo Ceccarelli
Il primo contatto con Filippo Ceccarelli avvenne al principio di ottobre dell’anno scorso. Gli scrissi una mail per sondare e solleticare un po’ la sua curiosità. Avevo voglia di incontrarlo e “confessarlo”. La sua carriera, il suo lavoro di immenso archivista, le sue manie e i suoi tic, avevano acceso il mio interesse. La sua risposta, ricordo, fu immantinente, e positiva. Lo chiamai subito, senza aspettare: dall’altra parte della cornetta trovai un uomo curioso, indagatore. Voleva capire chi fossi, e, soprattutto, come mai fossi così tanto interessato alla sua vita. Dopo quasi un’ora di telefonata, mi disse…
Giovanni Minoli
Di Minoli sappiamo tanto, forse tutto. Presentare la sua cinquantennale carriera televisiva – passata dall’analogico al digitale – così come i suoi successi, i suoi capitomboli, le sue idee, è opera vana. Inutile. Quando, mesi fa, poco prima dell’estate, l’ho cercato, quello che mi premeva, in realtà, era altro. Sapere e scoprire qualcosa in più di Giovanni, dei suoi pensieri, delle sue origini, dei suoi dolori, dei suoi amori, e dei suoi errori. E così, in un sabato ancora caldo, afoso, e nonostante i ricordi delle vacanze siano ormai sempre più sbiaditi dal tempo che scorre e cancella e obnubila, raggiungo Giovanni Minoli nel suo eremo, dalle parti di Piazza Navona…
Aurelio Picca
Sgomberiamo subito il campo dagli equivoci: chi dice che Aurelio Picca è l’Henry Miller dei Castelli Romani dice e racconta una palese sciocchezza! Chi lo dice fa un torto ad entrambi. Paragonare, equiparare, a cosa serve, in fondo? Ad alimentare un misero battage mediatico. Picca è Picca. Piaccia o meno. Me ne sono reso conto in una lunga giornata trascorsa con questo anomalo esemplare della letteratura italiana.
Natalino Irti
Parliamo forse del più grande giurista italiano. La sua storia – intensa, ricca, dolorosa, taciturna, saturnina – è quella di tanti uomini del nostro Meridione. E’ anche la storia di un uomo che appartiene a un’epoca che non c’è più. Questo abruzzese dalla scorza dura non è un nostalgico, un conservatore, anzi. Il suo sguardo è proiettato sul futuro. Leggendo i suoi libri – a partire dall’”Elogio del Diritto” – non potevo chiedere di più: andare a lezione da Natalino Irti. E così, in un sabato quasi estivo raggiungo il suo studio romano, dalle parti di Porta Pia. Mi concede due ore di incontro.
Mattia Feltri
Ho conosciuto Mattia Feltri nel lontano aprile del 2008. Porco mondo, son passati 13 anni! A ripensarci, un’era geologica. Qualche settimana prima, misi piede alla Stampa per la prima volta, arruolato come stagista. Feltri, dalla sua minuscola stanza e sotto la supervisione severa e implacabile, seppur distante, di Giulio Anselmi, dirigeva la stramba e simpatica redazione romana. In quella primavera, dalle parti di via Barberini, in una serata quasi estiva, assistemmo all’ultimo exploit di Berlusconi e al tramonto definitivo di Bertinotti, il parolaio rosso tanto sbeffeggiato – e giustamente, aggiungerei! – da Giampaolo Pansa.
Valter Mainetti
Valter Mainetti è un imprenditore che ha costruito le sue fortune e sfortune in silenzio. A differenza di tanti uomini di potere, non ama apparire. È un saturnino, non cerca la ribalta a tutti i costi, tutt’altro, men che meno le copertine patinate. Dalla sua roccaforte inespugnabile situata nel cuore capitolino, a poche decine di metri dall’altro simbolo romano, il Messaggero, il fondatore della Sorgente Group – holding attiva nei settori in editoria, immobiliare e finanza – racconta, in una galoppata verbale, secca e pragmatica, i tratti salienti della sua vita.
Giancarlo Dotto
Nelle quasi due ore trascorse nella sua casa, in Prati, a poche centinaia di metri dal Tevere, nel cuore del Foro capitolino, Giancarlo Dotto è parso ai miei occhi come un corsaro. Ancor prima della scrittura e della parola, un corsaro della vita. La sua esistenza non è mai stata lineare, piatta, geometrica, scontata, tutt’altro. E mi sembra, per quello che ci siamo detti in questa confessione, che Dotto, nell’ottovolante della vita, non se la passi affatto male…
Roberto D’Antonio
Roberto D’Antonio non è un “Figaro” qualunque. Le sue mani, piccole, sono, nella città Eterna, una reliquia sacra. Osservandolo da vicino, sembra una sorta di Papa della vanità. Nel cuore del potere capitolino, ogni mattina, accese le luci del suo salone, infiamma, con creatività e ansia, con insuperabile maestria, il grande falò della mondanità, delle relazioni che contano e dell’embrassons-nous. La sua vita, a sessant’anni suonati, è un coacervo di contraddizioni, cadute e resurrezioni…
Enrico Vanzina
Enrico Vanzina naviga nei mari del cinema italiano da oltre cinquant’anni. A tutti sarà capitato – e chi non lo ammette, mente spudoratamente! – di citare battute diventate, negli anni, cult. Chi di voi, tanto per dire, e mi riferisco a tutti i vitelloni d’Italia, non ha sognato, anche solo per un attimo, la Selvaggia di Sapore di Mare? …
Ludovica Ripa di Meana
Ludovica Ripa di Meana è una cantastorie che, per passione e curiosità, è entrata nella vita degli altri – Gadda, Contini, Zeri, tanto per dire – per raccontarceli e farceli conoscere da angolazioni diverse, sotto luci sfumate, poco patinate, più intime e vere. Senza diploma liceale, i libri sono stati la sua indiscussa e infallibile guida, una lanterna perennemente accesa per addentrarsi e orientarsi nelle latebre della vita e degli uomini che ha amato e stimato…
Carla Vistarini
Incontrare Carla Vistarini significa navigare a mare aperto e affrontare, senza filtri e maschera, cinquant’anni, se non di più, di canzone italiana, televisione, teatro, cinema e libri. In un sabato d’ottobre, caldo e soleggiato come solo nelle città levantine, Carla ci accoglie a casa sua, nel suo nido (così mi è parso), dalle parti di Prati…
Ernesto Galli della Loggia
Ll professor Ernesto Galli della Loggia è, da molti anni, una voce autorevole e indiscussa non solo del mondo accademico, ma, anche, del giornalismo. A tutti sarà capitato di imbattersi, leggendo il Corriere della Sera, nei suoi editoriali, spesso taglienti e poco accondiscendenti.,,