Dilemma: quanti hanno beneficiato delle lezioni impartite leggendo, e custodendo, Bon Ton? Perché – diciamolo chiaramente – chi voleva conoscere i modi di stare in società, e nei salotti che contavano, l’appuntamento con Lina Sotis, romana di nascita ma milanese nelle viscere, era ineluttabile, improcrastinabile.
Dame, contesse, principesse, aspiranti tali, intellettuali, e, perché no?, personaggi degni della Comedie Humaine balzacchiana – così voglio immaginare questo grande teatro – tutti chini a compulsare le secche, dirette, sottili, stringate parole, che la regina del Bon Ton vergava sulle colonne del Corriere della Sera e, poi, con il più riuscito manuale di buone maniere.
Da sempre, quindi, curioso di letture sulla Società, non potevo farmi sfuggire l’incontro con Lina Sotis. Ma, ancor prima di capire come si sta nel mondo che conta e decide e influenza, mi interessava conoscere la persona.
Quando le scrivo per sondare la sua disponibilità, la risposta, entusiastica, non si è fatta attendere. Arrivo in una Milano a tratti brumosa, silenziosa, pigra, sonnacchiosa. Più che una città che si muove e produce, mi sembra, piuttosto, una addormentata e indolente e levantina realtà meridionale.
Uscito dal frastuono della Stazione Centrale, tante maglie nerazzurre per le strade e, qua e …