Giampiero Mughini

Mughini, il Rompicazzi

Ho conosciuto Giampiero Mughini nel 2015. Ricordo che aveva rilasciato un’intervista a Sandra Monteleoni, spavalda, sull’universo femminile. Le sue risposte furono insolenti, originali, per nulla ovvie.

Non mi feci sfuggire l’occasione: scrissi a Sandra per dirle che mi sarebbe piaciuto conoscere “Il Rompicazzi”.

Volevo conoscerlo perché, da anni, nel leggere i suoi saggi soprattutto, non potevi non apprezzarne la sua dirittura e, soprattutto, il suo non appartenere a nessuno, se non a sé stesso!

Da sempre restìo e insofferente alle cricche, alle bande, e allergico alla dittatura del pensiero banale, stupido, comodo, e dell’embrassons-nous, Mughini, che vada di fioretto o sciabola, è in grado di spiazzarti e, soprattutto, farti riflettere.

I suoi libri, oltre a essere sugosi, hanno, ai miei occhi, un grande merito: ti aiutano a vedere le persone, i fatti, senza paraocchi, senza fanatismi, perché ogni esperienza umana è ricca di colori.

Occasione della nostra chiacchierata, avvenuta nel suo “Muggenheim”, è stata l’uscita del suo ultimo saggio “I Rompicazzi”. Dopo averlo delibato  in un torno di tempo brevissimo, lo raggiungo dalle parti di Monteverde, lì dove, chiuso nel suo studio per ore, scrive e riscrive i suoi libri. E rimugina sulla vita che scorre rapida……