Incontrare Carla Vistarini significa navigare a mare aperto e affrontare, senza filtri e maschera, cinquant’anni, se non di più, di canzone italiana, televisione, teatro, cinema e libri. In un sabato d’ottobre, caldo e soleggiato come solo nelle città levantine, Carla ci accoglie a casa sua, nel suo nido (così mi è parso), dalle parti di Prati. Ci “addivaniamo”, direbbe Roberto D’Agostino, in un grande salone. Le pareti, bianche come lo zucchero filato, sono stracolme di libri, di ogni genere ed epoca. Qua e là, cimeli, i Telegatti vinti, la statuetta del David di Donatello, e locandine di spettacoli teatrali. L’antidiva per antonomasia – mi piace definirla così – apre i cassetti dei ricordi, rispolvera aneddoti, scava nel suo passato, indugia a riflessioni che, probabilmente, non aveva mai maturato. Curiosa e avida di letture come pochi, Carla Vistarini ha speso la sua vita artistica e personale mettendo a disposizione degli altri le sue parole, la sua creatività, e, anche se non sembra, la sua sensibilità. Tutti, o quasi, si sono appoggiati al suo talento. Mina, Patti Pravo, Renato Zero, Ornella Vanoni, Mia Martini, Gigi Proietti, sono solo alcune delle stelle italiane rese celebri dalla sua poesia e semplicità. Come il …